Quando rivolgersi allo psicologo

Per quanto la nostra società sia sempre più attenta alla salute ed al benessere della persona, si riscontra ancora molta resistenza (e un po’ di confusione) nei confronti di chi per professione si occupa di salute mentale.

La sofferenza psicologica è una condizione comune a molte persone: non significa essere “matti”, ma implica la presenza di un malessere interno, non sempre definibile che porta a  sentirsi tristi, ansiosi, preoccupati, privi di energie, con una sensazione di vuoto e disagio nelle relazioni sociali.

Spesso questa condizione porta a sentirsi diversi ed a nascondere con imbarazzo i propri pensieri ed i propri sentimenti alle persone più care e che non sempre percepiscono o comprendono fino in fondo il dolore avvertito.

Una certa quota di sofferenza però fa parte della condizione umana e talvolta può essere occasione di crescita.

Ciò significa che non è sempre necessario ricorrere all’aiuto di un professionista ogniqualvolta si avverta una sofferenza.

Tuttavia, quando essa perdura nel tempo, si cronicizza o è troppo intensa da limitare la propria qualità di vita, si rende utile il ricorso ad un professionista psicologo.

Avere la possibilità di condividere il proprio dolore con una persona che ci comprenda in assenza di giudizio e che ci aiuti a pensare in maniera alternativa a possibili soluzioni, è un’importante occasione di crescita e benessere in qualunque momento della propria vita.